La Medusa

Narra una leggenda che Medusa una delle tre Gorgoni (Medusa, Euriale, Steno), l’unica alla quale il fato non avesse concesso l’immortalità, era un tempo tra le donne più belle.
Invaghitasi di Poseidone, aveva fatto con lui l’amore nel tempio d'Atena.
Quest'ultima profondamente irritata dall’affronto subito, aveva trasformato la fanciulla in un orribile mostro: le mani le aveva trasformate in pezzi di bronzo; aveva fatto comparire delle ali d’oro e ricoperto il corpo di scaglie; i denti erano diventati simili alle zanne di un cinghiale; i capelli erano stati trasformati in serpenti ed al suo sguardo aveva dato la capacità di trasformare in pietra chiunque la guardasse negli occhi.
Narra Ovidio nelle Metamorfosi (IV, 799-801): "La figlia di Giove si voltò e si coprì con l'egida il casto volto, ma, perchè quell'oltraggio non restasse impunito, mutò in luride serpi i capelli della gorgone".
mentre di lei scrisse Dante Alighieri nel IX canto dell’inferno (51-57): "Volgiti indietro, e tien lo viso chiuso: che se il Gorgon si mostra, e tu il vedessi, nulla sarebbe del tornar mai suso".

Secondo Ovidio nelle Metamorfosi, Medusa non aveva oltraggiato di sua spontanea volontà la dea.
Era una ragazza bellissima e con numerosi pretendenti, ma un brutto giorno il dio dalla chioma azzurrina Poseidone la violentò all’interno del tempio di Atena.
La dea, anziché prendersela con il colpevole, scaricò tutta la sua ira sulla fanciulla trasformandola nella Gorgone per antonomasia, convogliando in sé tutto l’orrore suscitato dal nome ed il terrore della sua immagine.